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21 Set 2024

Esperienza di progettazione inclusiva: il modello AMIL per l’integrazione e il lavoro dei migranti. Parlano i partner

Per garantire trasparenza, favorire la condivisione di esperienze e riflessioni, e mantenere un dialogo continuo tra i partner e il pubblico, ogni mese una delle organizzazioni coinvolte nel progetto AMIL – Alliance Multi-stakeholders for Migrants Integration and Labour, pubblicherà un articolo per aggiornare su obiettivi, attività in avvio e progressi. Questa volta è il turno di Speha Fresia, una cooperativa attiva in Italia dal 1983 nei settori dei Servizi per il lavoro, della formazione professionale, della consulenza e dello sviluppo di reti transnazionali.

Il contributo di Speha Fresia.

Assumere la centralità della persona nei differenti servizi socio-educativi e per il lavoro è il substrato sul quale si articola l’intera proposta progettuale di AMIL che, avvalendosi del patrimonio di conoscenze e competenze specifiche dei partner, li coinvolge in un disegno esecutivo comune da realizzare nei prossimi venti mesi.

Le sfide ed i limiti sono svariati, ma la loro esplicitazione ci può indurre a soffermarci sui alcuni nodi che potrebbero svelarsi problematici, e ad esplorare ulteriori risposte, arricchendo l’esperienza specifica a livello nazionale da condividere successivamente con i partner europei di Grecia, Cipro e Francia.

Innanzitutto, di quali persone parliamo e in quale contesto ci incontriamo?

La fascia di utenti in obiettivo sono giovani adulti (18-29 anni), cittadini di paesi terzi rifugiati, richiedenti asilo, beneficiari di protezione sussidiaria ed ex CSU, con particolare attenzione alle donne. Con i/le potenziali partecipanti le fasi del percorso pilota si avviano con l’orientamento e la co-costruzione di progetti individuali e personalizzati, e che attraverso il lavoro di equipe, ci condurrà a determinare le fasi operative successive, nei limiti delle risorse assegnate, per completare con successo il percorso con l’inserimento lavorativo delle persone beneficiarie.

Alcuni abiti professionali potrebbero essere condivisi, come per esempio applicare al meglio la propria intelligenza emotiva e culturale in ogni frangente, liberarsi il più possibile dei propri pregiudizi e stereotipi, non sostituirsi nelle decisioni del cliente, essere empatici e accoglienti, partire da quel che c’è e non da quel che manca, lavorare sull’autonomia e sull’interdipendenza, prendersi tempo e spazio per la riflessione e il silenzio. Ovviamente la lista si può allungare e sarebbe un bel confronto da attivare tra lo staff del partenariato, come un ritaglio di auto-formazione tra pari.

Mentre rispetto al contesto, o meglio ai contesti, lo scenario diviene più complesso. Infatti, nonostante i presupposti alla base di AMIL, come la metodologia MEIC (Migrants’ Economic Integration Cluster) che ci guida nella realizzazione di «reti locali dedicate» al superamento di specifiche condizioni di svantaggio sociale, non si può prescindere dalla finalità di AMIL rappresentata dall’inserimento lavorativo dei nostri utenti. Pertanto, diventa cruciale la scelta dei territori e dei settori, due fattori fortemente interdipendenti, con imprese spesso localizzate in distretti territoriali definiti.

In Italia, se da un lato alcuni servizi saranno centralizzati a Roma, anche per facilità di raggiungimento da tutta la regione, l’intervento con le imprese è indirizzato verso quei settori dove si evidenziano vacancy, ovvero posizioni lavorative vacanti. Sul versante utenza, prevedendo un livello di qualificazione in uscita dai vari corsi in portafoglio pari a EQF2 o EQF3, considerando anche i titoli in entrata e l’eventuale validazione di apprendimenti precedenti, il ventaglio dei profili e delle competenze attese può essere chiaramente delineato.

Da queste linee guida lo staff di Speha Fresia svilupperà il Rapporto di Ricerca e Analisi del Mercato del Lavoro nel contesto della sperimentazione pilota che si svolgerà in Italia, realizzando anche un Database delle «imprese inclusive» del Lazio.

Questa analisi confluisce e si fa parte attiva sia nei processi di identificazione e orientamento dei/le partecipanti, sia nell’animazione dei cluster di organizzazioni a vario titolo interessate ai processi di inclusione dei cittadini di paesi terzi, il primo processo guidato dal CIES e il secondo dalla CGIL di Roma e del Lazio.

Ma come indirizzare tutte queste belle prospettive in un processo coerente e necessariamente standardizzato, considerati i tempi e le risorse limitati?

Questa è la prima sfida che ci si presenta e che stiamo affrontando con incontri frequenti di coordinamento e approfondimento della programmazione esecutiva tra i partner locali, con la convalida di alcune ipotesi progettuali iniziali come l’orientamento ai settori imprenditoriali che abbisognano di profili di difficile reperimento, secondo il quadro delle qualificazioni di sui sopra, con una proposta formativa composita e mirata, e anche con la potenzialità di proporre nuove qualificazioni professionali da includere nel Repertorio della Regione Lazio.

In Italia la proposta formativa è particolarmente articolata: oltre ai corsi accelerati di Italiano L2 e ai workshop sulle soft skills, ogni partecipante seguirà 30 ore introduttive sulle tendenze di mercato, la legislazione nazionale del lavoro, la sicurezza sul lavoro, più le ore relative al settore selezionato. Il percorso formativo proseguirà con attività formative nei settori:

(1) Servizi di ristorazione, edilizia, logistica, servizi di pulizia, commercio (30 ore per settore) per 30 beneficiari. Speha Fresia attiverà la sessione di certificazione degli apprendimenti pregressi per 10 beneficiari finali interessati ad acquisire competenze aggiuntive e specifiche.

(2) Green Economy: 150 ore per 10 beneficiari con pacchetti formativi, riguardanti i settori agroalimentare e gestione dei rifiuti.

(3) Mediazione interculturale: 150 ore per 20 beneficiari.

La sfida centrale rimane aperta: riusciremo a dare risposte concrete, gratificanti e di continuità all’inserimento sociale e lavorativo di ognuno/a dei 50 giovani beneficiari? È questo il nostro obiettivo e il nostro impegno nei prossimi mesi … restate sintonizzati!

AMIL – Alliance Multi-stakeholders for Migrants Integration and Labour, è un’iniziativa che punta a promuovere un’integrazione sostenibile dei cittadini di paesi terzi nel mercato del lavoro, estendendo e rafforzando la metodologia MEIC (Migrants Economic Integration Cluster). Questo approccio innovativo, fondato sulla cooperazione tra diversi stakeholder, permette alle persone migranti di essere protagonisti attivi del loro percorso di integrazione attraverso programmi di orientamento e formazione su misura.

Coordinato da CIES Onlus, il progetto vede la partecipazione in qualità di partner di: Programma integra, CGIL Roma e Lazio, ALDA, CODECA, PwC e Speha Fresia, con la collaborazione di partner associati come Roma Capitale e SEVE.